Nato nel marzo del 2006 per permettere agli utenti di Internet di scambiarsi e condividere link di ogni tipo, Twitter è uno dei Social Media più apprezzati e utilizzati al mondo.
Nonostante i numeri siano ben lontani da quelli prodotti da Facebook e Instagram (solo 330 milioni di utenti attivi al mese), il social di Jack Dorsey si configura da sempre come la piattaforma ideale per il reperimento e la diffusione di notizie in tempo reale.
Argomenti come la cronaca, lo sport, la politica e lo spettacolo trovano su Twitter la loro naturale collocazione, rendendolo un importante strumento per dare e ricevere visibilità.
Vediamo, quindi, come si scrive un tweet e quali sono le funzioni che ogni utente può sfruttare a proprio vantaggio.
Twitter non è difficile, se sai come utilizzarlo
Ogni volta che nomino Twitter all’interno di una discussione, la maggior parte di quelli che mi ascoltano reagisce più o meno allo stesso modo: c’è chi sbuffa vistosamente; chi comincia a smanacciare senza sosta e chi scuote la testa e alza le mani in segno di resa.
Insomma, è davvero difficile trovare qualcuno che reagisca con un sorriso o un qualsiasi altro segno di apprezzamento. Satana, per dire, ottiene molto più consenso.
A rendere Twitter così poco amato è soprattutto il fatto che, a differenza di Facebook, il social dell’uccellino blu non ha idea di chi siano gli amici, i parenti, gli ex compagni di scuola e i colleghi di coloro che si iscrivono. Quindi, una volta entrati all’interno di questo vasto e velocissimo mondo, è facile venire sopraffatti da un profondo senso di disagio e solitudine. Un malessere talmente violento e paralizzante che, spesso e volentieri, molti neo-iscritti decidono di abbandonare la piattaforma dopo solo qualche giorno.
In aggiunta a questo, Twitter soffre anche di un altro evidentissimo punto debole: l’interfaccia complessa e macchinosa, la quale è tutt’altro che a prova di idiota. Un deficit, questo, che porta gli aspiranti twittatori a stancarsi piuttosto facilmente.
Premesso che l’unico modo per superare l’impasse iniziale è arrendersi all’idea che c’è tutto un mondo fuori della nostra cerchia di conoscenze che attende solo di essere scoperto, apriamo Twitter e cimentiamoci in quella che è l’attività principe di questa piattaforma: la scrittura e la pubblicazione di un tweet.
Cos’è un tweet e di cosa twittano gli utenti
Prima di metterci a lavorare sul tweet vero e proprio, provo a spiegarti in due parole cos’è un tweet e perché ci sono tweet che funzionano e altri che non funzionano.
Innanzitutto, un tweet non è altro che un post, proprio come quelli che pubblichi su Facebook o su Instagram. Ogni volta che twitti qualcosa, ciò che hai twittato verrà aggiunto al tuo profilo, diventando parte integrante dello stesso.
La prima cosa che devi imparare, quindi, è che ciò che twitti è importante tanto quanto la bio, la foto, l’immagine di copertina e tutti gli altri elementi del tuo profilo.
Stabilito questo, andiamo a vedere quali sono i principali motivi che spingono gli utenti di Twitter a postare. In ordine rigorosamente sparso, i primi a venirmi in mente sono:
- Condividere un pensiero o una riflessione su un dato argomento
- Commentare in tempo reale una trasmissione televisiva o un evento sportivo
- Diffondere un articolo trovato su un blog o un giornale online
- Mostrare una foto o un video realizzato in vacanza
- Dare visibilità a un particolare evento legato alla propria attività professionale
Questi, come dicevo, sono solo degli esempi, ma in realtà su Twitter la gente pubblica di tutto. Io, ad esempio, utilizzo la piattaforma anche per segnalare ai miei follower le app e i tool più interessanti che trovo in giro per la rete, come nel caso di Too Good To Go.
3,2Kg de ciccia che sarebbero andati buttati e che, invece, mi sono aggiudicato spendendo solo 10€.
Grazie a @TooGoodToGo_UK ❤️
Per saperne di più ➡️ https://t.co/QnNhLv5QXN
P.S. Non è advertising, né ce pjo 'na lira. 'Sta #app è fica davero. Dateje n'occhiata 😉 pic.twitter.com/hrsBMT7NuH
— Bennaker (@bennaker) August 13, 2019
Insomma, non c’è un solo motivo per utilizzare Twitter: ognuno twitta di quel che gli pare, come gli pare e quando gli pare. Tutto sta agli obiettivi (formali o meno) che uno si è dato.
Quindi, prima di cominciare a twittare, chiediti cos’è che vuoi trasmettere al pubblico che intendi raggiungere e immedesimati in esso. Solo così riuscirai a essere davvero efficace.
Immagini, hashtag, tag, emoji e geotag: rendi i tuoi tweet unici e riconoscibili
Ora che abbiamo visto quale deve essere l’approccio mentale a Twitter e al twitting, vediamo quali sono gli strumenti che la piattaforma mette a disposizione degli utenti.
Guardando l’elenco riportato poco fa, avrai sicuramente notato una discreta varietà di elementi, quali immagini, video, link, etc. Su Twitter, infatti, è possibile condividere praticamente di tutto, ma qual è il miglior modo per farlo?
La risposta a questa domanda non è una sola, ma posso comunque segnalarti una serie di elementi e funzionalità che possono aiutarti ad arricchire i tuoi tweet, così da renderli accattivanti e facilmente intercettabili dagli utenti della piattaforma.
Vediamo, quindi, quali sono e in quali situazioni è consigliabile utilizzarli.
Immagini, GIF e video
Molti pensano che Twitter sia un social in cui è possibile pubblicare solo post dal contenuto testuale, ma non è affatto vero! Anzi, i contenuti visivi sono molto apprezzati!
Che si desideri condividere una notizia presa da un giornale o l’annuncio di un evento che si terrà presso il proprio locale, incorporare un’immagine o un video nel relativo tweet non farà altro che aumentarne significativamente l’impatto visivo. Vero è, infatti, che, in un flusso veloce come quello di Twitter, ad avere la meglio siano spesso i contenuti più vistosi ed esteticamente vivaci, ovvero quelli in grado di catturare l’occhio dell’utente.
Mi raccomando, però: niente arlecchinate o garbugli! Pulizia e semplicità debbono sempre avere la massima priorità, così da non rischiare di ottenere l’effetto contrario.
I tag e gli hashtag
Utilizzatissimi su Instagram, non tutti sanno che i tag e gli hashtag sono nati su Twitter.
I primi servono a citare nei propri tweet gli altri utenti (es. “Ciao @bennaker!, come stai?”); i secondi, invece, sono stati creati allo scopo di raggruppare le discussioni nate intorno a un determinato argomento (es. #SocialMediaMarketing, #Brexit o #TemptationIsland).
Anche in questo caso, così come per le immagini, il loro utilizzo può portare a un aumento della visibilità dei propri tweet, a patto che non ci si lasci prendere troppo la mano!
In linea di massima, un paio di hashtag a tweet possono bastare. Superare questa cifra, infatti, significherebbe rendere i propri tweet simili a quegli orrendi post di Instagram che terminano con una lunga sfilza di hashtag. Un vero insulto per l’occhio dell’utente!
Ovviamente, gli hashtag che scegli dovranno essere fortemente correlati all’argomento trattato. Non fare che su un tweet in cui parli di inquinamento ci piazzi gli hashtag #M5S, #Dybala e #Mattarella solo perché sono in cima ai Trending Topic… Solo i nabbi (traduzione maccheronica e dispregiativa di newbie) fanno cose del genere.
Per quanto riguarda i tag, invece, il consiglio è quello di citare uno o più utenti solo se necessario. Nel caso della condivisione di una notizia, ad esempio, può essere molto utile inserire la fonte (es. “via @repubblica”) o magari l’autore (es. “di @christianraimo”).
Qui sotto ti riporto un tweet di Paola Ciccarelli in cui sono presenti 1 tag e 2 hashtag.
🖌 COMUNICARE È UN LAVORO! NULLA CI VIETA DI FARLO SORRIDENDO! 🙂@GMPhotoagencyco mi ha ospitato nella sua casetta virtuale, per parlare dello stato attuale dei Social Media a livello business!
E anche un po' di me,davanti ad un caffè! ☕️#comunicare #smmhttps://t.co/F5KuXVaQZk pic.twitter.com/J25PBj5vjW— Paola Ciccarelli (@PaolaCiccarell2) August 30, 2019
E ricorda, infine, che, se inserisci un’immagine nel tuo tweet, potrai taggare fino a 9 profili, e senza consumare alcun carattere!
Le emoji e il geotagging
Le emoji, note anche come faccine o smile, sono diventate ormai parte integrante dei nostri scambi sui social. Ti basti pensare, ad esempio, che nel 2015 l’Oxford Dictionary dichiarò Parola dell’Anno proprio una emoji, ovvero quella che simboleggia il ridere fino alle lacrime (e che spesso viene inserita nelle conversazioni a multipli di 3…).
Le faccine, di fatto, hanno il delicato compito di rappresentare un’emozione, uno stato d’animo o magari un vero e proprio oggetto (es. un animale, un frutto o un veicolo).
Dato questo, il loro utilizzo può portare a un notevole risparmio di caratteri, ma è comunque consigliabile non esagerare! Inserendone troppe, infatti, rischieresti di rendere il tuo tweet illeggibile, nonché… bimbominkiesco, se sai cosa voglio dire.
Al contrario, geolocalizzare i tuoi tweet farà sì che gli stessi vengano intercettati da coloro che fanno ricerche e analisi su base geografica, come gli utenti di quella meravigliosa applicazione che risponde al nome di CloseBy (qui un mio articolo).
Vuoi imparare a twittare? Segui i migliori!
Ora che ti ho spiegato cosa devi fare (e non fare!) per twittare in modo efficace e quali sono gli strumenti a tua disposizione, non mi rimane che segnalarti alcuni dei profili che seguo con più interesse, in quanto, a mio parere, pubblicano tweet davvero ben fatti.
Ognuno col proprio stile e piglio, ti suggerisco di tenere d’occhio: Paola Ciccarelli, Jeanne Perego, Barbara Reverberi, Paola, perplessa, Marì Melogranì e Antonella Spolaor D.
Non ti sto segnando i profili di VIP o aspiranti influencer, ma quelli di gente normale, proprio come me e come te. Perché è da questi talenti che puoi imparare di più.
Quindi occhi aperti, cervello acceso e sotto con i tweet!
Alla prossima!
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