Ci siamo lasciati con questa domanda: Quali sono i contenuti che coinvolgono gli utenti?

Come abbiamo già detto nel precedente articolo: “basta con il martellamento pubblicitario!”

Ma quale è la leva che fa scatenare gli effetti virali di un contenuto?

Viral Content

Il PASSAPAROLA, l’e-WOM.

In passato era difficile raggiungere milioni di persone anche attraverso il passaparola, ma oggi, grazie alla rete, è diventato tutto più semplice e veloce, proprio perché il Web 2.0 permette di raggiungere con capillarità tutti gli utenti che vuoi!

Il contenuto non è più solo pubblicità e spot promozionali, ma deve essere anche quella calamita che attrae l’attenzione degli utenti.

 È necessario far conoscere i propri prodotti/servizi e la propria filosofia aziendale con dei contenuti di qualità che sappiano coinvolgere l’utente, fino a portarlo alla condivisione.

Ma non è tutto oro quello che luccica… Infatti non sono molti i casi di contenuti virali.

I fattori della viralità

Per analizzare i fattori che scatenano la viralità si parte da tre concetti teorici di base, presentati nel The Tipping Point, come le piccole cose possono provocare un grande cambiamento, un saggio scritto da Malcom Gladwell:

  • la legge dei pochi, secondo la quale alla “fine della fiera” esistono in rete delle persone che hanno più importanza di altre nel propagare i messaggi.

 

  • Il fattore presa, secondo cui il cambiamento fa si che un prodotto o un virus che esiste da tempo varia immediatamente in seguito ad un piccolo cambiamento. Un esempio è l’“Ice bucket challenge” di nicchia lanciato da un atleta con SLA, decollato solo quando se ne sono fatti carico i big scatenando la sua potenza virale, attraverso anche i media tradizionali, e provocando una reazione a catena.

 

  • Il contesto, la potenza virale di un contenuto dipende dal contesto e dalle mani in cui esso passa. Se si paragonasse il contenuto ad una pallina di neve, questa solo rotolando e accumulando altra neve potrebbe diventare una valanga, ma se invece rotolasse su un manto erboso, non avrebbe lo stesso risultato, bensì si scioglierebbe!

 

Content marketing - Contenuti viraliMa perché i contenuti possono diventare virali?

Uno studio di BuzzSumo, attraverso l’analisi delle condivisioni di più di 100 milioni di articoli, ha rilevato che:

  • I contenuti lunghi, avendo meno concorrenza, stimolano una maggior condivisione rispetto a quelli corti; per contenuti lunghi si intende quelli di 3.000-10.000 parole.

 

  •  Avere almeno un’immagine sul tuo articolo provoca maggiormente delle azioni, sia su Facebook che su Twitter.

 

  • Nei propri post è necessario suscitare stupore, divertimento e risate.

 

  • Le persone amano condividere elenchi e infografiche, unendo i contenuti testuali con quelli visivi.

 

  • Content marketing - Contenuto ViraleIl 10 è il numero perfetto per i vostri articoli, comprendenti consigli, liste ed elenchi. Tra gli articoli studiati, quelli che hanno un titolo comprendente il numero 10 hanno provocato in media 10.621 condivisioni.

 

  • Le persone tendono a condividere contenuti che sembrano affidabili. – Prima di pubblicare entra in contatto con i tuoi influencer, in modo che condividano il tuo articolo. – Dopo una settimana dalla pubblicazione promuovi nuovamente i tuoi vecchi contenuti.

 

  • Il miglior giorno per pubblicare e promuovere i tuoi contenuti è il martedì!

 

Ma ricordiamoci che chi troppo vuole nulla stringe, è importante quindi targettizzare i contenuti, per poterli indirizzare alle persone giuste. Ma di questo ne parleremo nel prossimo post, continuate a seguirci!

 

Vuoi saperne di più sui Contenuti Virali? Leggi anche questi post:

Consulta anche l’infografica che abbiamo tradotto liberamente per te:

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